Uno strumento a disposizione di tutti, liberamente e gratuitamente scaricabile dal web per mostrare esempi positivi e diffondere ottimismo e voglia di fare, costruttivamente, gioiosamente e collegialmente.
Una rassegna di medi e corto-metraggi che raccontano chi ce l’ha fatta e chi lo sta facendo, oggi, in Italia e nel resto del mondo, che mostrano che si può fare e stimolano all’azione, subito, e possibilmente insieme.
Corredata da strumenti per allargare l’orizzonte, una sorta di cassetta degli attrezzi, per meglio organizzare il cinefestival nelle vostre piazze.
Un racconto di cambiamenti possibili volto a divulgare e stimolare nuove vie da percorrere.
Con il festival del buon fare e dell’ottimismo si propone la (condi)-visione di corti o di lungo metraggi aventi come temi centrali la cooperazione, la solidarietà e la sostenibilità
Il tutto partendo dalle Piazze per arrivare “prepotenti” sui banchi di scuola, tra le mura delle case e sui tavoli istituzionali con proposte concrete di indirizzo.
Il progetto nasce dall’incontro, dal confronto e dalla messa in rete di soggetti a vario titolo coinvolti rispetto al cambiamento del sistema attuale, verso un sistema più sostenibile, gioioso, equo e rispettoso delle persone e dell’ambiente.
Un progetto in divenire, giovanissimo (pensato solo tre mesi fa) ma che già conta numerosissime adesioni, un mosaico estendibile all’infinito al quale aggiungere il tuo tassello
La forza del progetto, dipenderà dall’ulteriore coinvolgimento di altri soggetti, di ulteriori punti di vista, di nuove energie, che daranno linfa e nuove prospettive all’idea originaria
Alimentare la rete di relazioni che collega i protagonisti dei cambiamenti dei vari territori, nei vari settori di impegno, proponendosi la contaminazione di chi in quella rete ancora non è entrato.
In una battuta, dal capitale delle relazioni, prende avvio una nuova forma di rivoluzione gentile verso il mondo che vorremmo. Dal basso, con simboliche azioni concrete e la creazione di piccole ma vere opportunità di lavoro rigorosamente retribuito, si continuano a contaminare fette della società civile rispetto alle tematiche dell’economia solidale, che è un’economia del buon senso e della giustizia sociale.