Sapete? Vedere tanti video ci ha contagiato. Ci ha fatto venire voglia di provare anche noi a comunicare con immagini e non solo a parole le cose che ci stanno a cuore. Abbiamo voluto avvicinarci a chi ci segue mostrando i nostri volti e facendo sentire le nostre voci.
Sentirete dalle nostre parole che il Con-corso di quest’anno, La scuola che incontra, ha come oggetto l’avvicinamento tra ragazzi nati in Italia e chi in Italia è sbarcato per cercare un futuro possibile. Sembrerebbe una piccola cosa di scarsa importanza ma, se ci pensiamo, è la prima gioventù il tempo della nostra vita in cui si forma la coscienza e, con gli stimoli giusti, si possono apprendere le basi fondamentali del vivere civile: solidarietà, accoglienza, rispetto.
Se tutti avessimo cognizione della sostanziale uguaglianza fra noi e i migranti e conoscessimo le loro storie non si alzerebbero muri, né di mattoni, né di pregiudizi e razzismo, intolleranza e paura non sarebbero una continua, angosciante, minaccia con cui fare i conti.
Durante le feste che hanno ospitato le premiazioni delle due precedenti edizioni dei Con-corsi alcuni di noi hanno incontrato alcuni di voi ed è stato bellissimo! Nonostante non ci fossimo mai visti ci è sembrato di conoscerci da tempo.
Con questo video abbiamo voluto precorrere i tempi, così, quando ci incontreremo, ci riconoscerete da subito!
Abbiamo coinvolto anche amici e parenti perché, come voi, noi amiamo sentirci parte di un insieme con cui condividere le nostre idee. Vedrete che siamo diversi per ambienti e accenti. Chi in campagna, chi in città, viviamo in luoghi molto distanti fra loro,”spalmati” lungo tutta la Penisola.
Non ci capita spesso di essere tutti nello stesso posto, ma ci adoperiamo perché accada almeno un paio di volte all’anno. Facciamo mestieri diversi, ma ognuno di noi, nel proprio ambito, cerca di agire non solo per sé, ma per il bene altrui. Crediamo nella condivisione, nella coralità e nel guardare avanti. Siamo dei sognatori? Degli utopisti? Ne siamo ben felici. Ecco, leggete cosa diceva a questo proposito uno che con l’utopia è riuscito a dare lavoro a più di 35.000 persone:
Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare.
Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.
Adriano Olivetti