Johnson viene dalla Nigeria ed è regolarmente residente a casa nostra da febbraio, ha un contratto di tirocinio quasi in scadenza, gli esami di terza media in corso e ogni sera quando rientra domanda a chi trova com’è andata oggi e dov’è questo e dov’è quello e quando torna, finchè ognuno è collocato.
Siamo partiti perchè avevamo posto, più o meno, e lui, con il suo permesso di soggiorno “per casi speciali“, si era ritrovato senza dimora da un giorno all’altro;perchè volevamo smettere di leggere e condividere storie sui social e nelle chiacchiere, non capire perchè siamo diventati così e dirci “possibile che sia l’unico modo?“ non lo è.
E’ stato semplice con i ragazzi, 19 e 17 anni, sono avidi di vita e di viaggi e curiosi di tutto, egoisti e insieme istintivamente accoglienti verso ogni esperienza e ogni persona;è semplice essere uno in più, più nuove risorse che nuovo impegno (… ok, c’è anche da dire che si è rivelato di gran lunga il più ordinato di tutta la famiglia!)
Con Johnson ci vediamo poco, ciascuno con i propri orari e i propri amici, una vita diversa, un passato sconosciuto e un futuro chissà;qualche chiacchiera la sera, ma soprattutto indipendenza, stanchezza, bici, studio e cellulare … in pratica un terzo post-adolescente – che non ci sono mai e invece quando sei distrutto e non ce n’è per nessuno te li ritrovi giovani e ingombranti tra i piedi - ma con una volontà di collaborare subito manifestata.
E’ difficile riuscire a incrociare e condividere le rispettive vite, in modo naturale, senza invadere o pretendere racconti, e senza forzature.
Funzionerà? Servirà a qualcosa? Quando riusciremo a conoscerci in profondità?
Credo che serva parecchio tempo, molto più di quello che riusciamo ad immaginare in questa era del tutto e subito.
Non so quanto durerà, quanto sarà giusto che duri questa accoglienza temporanea, ci sono tante incognite;e non so quanto coinvolgerà le nostre vite da qui in avanti e le menti di chi ci sta attorno,quelle delle nostre famiglie, dei vicini, dei nostri amici e degli amici dei figli che girano per casa e che – in paese ampiamente leghista – probabilmente respirano ragionamenti differenti.
Non so quanto, ma un po’ penso che incida e inciderà, e proprio perchè si realizza senza stravolgimenti, niente di eccezionale, che c’è di strano?
Ecco: da febbraio abbiamo una bici di più in giardino e un’incertezza in più su chi ci sarà o non ci sarà a cena, molte più domande che risposte,ma intanto so che diamo e riceviamo fiducia, e siamo fortunati perchè facciamo silenziosa esperienza quotidiana di questa parola in estinzione.
Accidenti se siamo fortunati!!!
Laura