Continuano i racconti di chi ha partecipato a Insieme Senza Frontiere: Carlo Condarelli, musicista-sociologo-educatore, che presta la sua matita al disegno di un profondo incontro di culture. E di passione, che abbiamo sentito violenta a Librino, dritta nella pancia!
MUSICA SENZA FRONTIERE
L’iniziativa “Insieme senza frontiere” è stata un grandissimo successo in termini di partecipazione e feed back da parte del pubblico. Per quanto mi riguarda, il successo è stato anche della musica e dei partecipanti al laboratorio che ho condotto per conto della Associazione Youcultures con il grande sostegno di Roberto Li Calzi , di Elizabeth
Come insegnante ho proposto un laboratorio di musica tradizionale dell’Africa occidentale, percussioni danza e voce.
Quello che molti non sanno o faticano a ricordare è che la musica e la danza sono parte integrante della vita quotidiana nei paesi di provenienza dei flussi migratori. Nigeria, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Mali, Gambia sono tutti i paesi in cui la musica è catalizzatore relazionale, culturale, religioso, sociale.
L’immaginario che ruota intorno ai tamburi ed alla danza si articola sul piano magico, mitologico, folklorico. Attraverso la musica è possibile studiare, comprendere, apprezzare, conoscere l’alterità culturale.
E’ stato un confronto dove si sono incontrati modi di cantare, danzare, mangiare, pregare, sia attraverso le parole scambiate nelle pause sia attraverso l’attività pratica. Uno scambio dove partendo dalle radici siamo riusciti a percorrere strade sentieri di vita attraverso la comprensione pura senza bisogno dunque di snocciolare particolari dettagli grazie alla musica, alla danza e all’immediatezza di questi codici che in Africa – ma anche in “una” Sicilia del recente passato – hanno il potere di raccontare, strutturare e ricordare.
Abbiamo cercato di comprendere cosa vuol dire animismo, cristianesimo, protestantesimo, islam, e come armonizzare credenze e tradizioni diverse nel contesto di un unico ritmo, di un coro di voci. Abbiamo vissuto insieme per due intensi mesi condividendo momenti alterni dalla gioia alla diffidenza, la sofferenza , la somatizzazione, lo sfogo e il pianto in un flusso costante di mutua comprensione. Abbiamo soprattutto sperimentato e in qualche modo riscoperto il potere della musica.
E’ ancora possibile pensare all’espressione artistica come uno strumento sociologico quasi meta-scientifico per riaffermare le categorie di conoscenza reciproca e convivenza civile. Uno strumento immediato di lettura per sentieri individuali , sociali e culturali; un laboratorio musicale condotto in modo appropriato apre le porte di intere biblioteche di scienza sociale e comportamentale.
Abbiamo sperimentato queste dinamiche di integrazione ed armonizzazione, ma soprattutto grazie alla grande energia della festa siamo riusciti a fare una bella performance dove tutto il pubblico magnifico ci ha supportato con la voce ed il movimento … insomma per una sera un vero villaggio dove tutti erano “Insieme senza frontiere”.