Siamo un gruppo di persone che nel tempo ‘liberato’ coltiva insieme un frutteto con orto: il campo Felice a Carmagnola To. Siamo parte di un’associazione e abbiamo un sito: www.terrafelice.org.
Il film racconta la storia della nascita e della crescita del Campo Felice, dove ci incontriamo dal 2010.Attraverso un montaggio di foto e brevi video, ripercorriamo con i protagonisti, i momenti significativi di questa esperienza : piantare i 200 alberi… seminare….pacciamare… raccogliere… e sopratutto STARE insieme.

Il modo di mangiare in questi anni è indubbiamente cambiato, il rapporto con il cibo è diventato acritico e passivo, gli alimenti che ogni giorno mangiamo sono per lo più di origine industriale. E allora? Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo per sfuggire alle trappole della pubblicità e cercare di invertire la rotta?
Se vogliamo cambiare le cose e guardare il futuro con occhi diversi, dobbiamo partire proprio dai più piccoli.

Questo C-Orto racconta come il buono solidale SCEC viene utilizzato come strumento di scambio e solidarietà, supportando l’economia reale e locale.
Siamo a Genova, dove è nato un OrtoCollettivo, che collabora attivamente con l’associazione Arcipelago SCEC Liguria.

Più persone, sommando le loro ore di disponibilità, eseguono su un determinato appezzamento di terreno, le medesime operazioni che svolgerebbe un contadino che, com’è noto: vive sulla terra.
Le ore di applicazione all’orto hanno il valore di 7,5 SCEC che verranno scambiati con i prodotti dell’orto o delle altre componenti del sistema (prestazioni, beni, servizi).

Un ritorno ai rapporti umani privilegiando la qualità, il chilometro zero e il rispetto dell’ambiente.

Mondeggi, alle porte di Firenze, nel comune di Bagno a Ripoli, 200 ettari di tenuta agricola incluse 6 case coloniche e la villa fattoria medicea con annesso parco storico ottocentesco. Un bene pubblico che dagli anni 60 è di proprietà della Provincia di Firenze, adesso Città Metropolitana.
Dopo molti anni di abbandono e degrado ambientale, e dopo un tentativo agroindustriale fallito, l’Ente pubblico ha deciso per la messa all’asta del patrimonio.
Ma da quasi due anni, la fattoria e le sue terre sono occupate, recuperate e lavorate da un numeroso ed eterogeneo gruppo di cittadini associati dall’idea che non si svende un patrimonio pubblico alla speculazione privata, ma lo si recupera affidandolo a chi ci lavora in funzione dell’essere condiviso e salvaguardato come un bene comune.
In questo caso, la terra.
E così l’asta, ad ottobre 2014, è andata deserta.
La Fattoria senza padroni ha ormai messo radici, coinvolgendo il territorio e i suoi abitanti, sperimentando tecniche di produzione ecocompatibili, organizzando il lavoro agricolo collettivo e partecipato come contributo ad un diverso e possibile modello di sviluppo.